San Salvario, le ronde sono la risposta?

Ieri notte sono stato invitato da La Stampa a fare un giro per il quartiere San Salvario a Torino. Il giornale sta conducendo un reportage in più puntate che ha preso il via da un’ intervista a un elettore DS che parteciperà alle ronde organizzate da Azione Giovani.
Partiti verso le 23,30 abbiamo fatto un giro da via Saluzzo partendo dalla stazione Porta Nuova in direzione piazza Carducci. Poi ancora via Berthollet, via Ormea, corso Raffaello. Siamo anche passati dal Biberon, in via Sant’Anselmo. E’ uno dei posti più frequentati del quartiere, pieno di giovani tranquilli, bella musica e vivacità.
Sensazioni? Indubbiamente non siamo in piena emergenza come alcuni giornali scandalistici vogliono far credere (il blitz della polizia nelle scorse settimane ha avuto effetti visibili), ma è certo che esiste un problema grosso come una casa. Anch’io in alcuni momenti ieri sera non mi sentivo completamente al sicuro. Quanto è socialmente accettabile che ci siano quattro, cinque, dieci pusher ad ogni angolo delle strade a vendere liberamente droga a ragazzini, professionisti, disperati, gente comune (visti coi miei occhi)? E non succede solo qui. Nel mio quartiere, via Stradella, via Terni, ci sono gli stessi problemi. Non è possibile che nelle nostre città ci siano ampie e diffuse zone di illegalità. E’ più che comprensibile che il cittadino abbia timore a portare fuori il cane a tarda notte, la ragazza abbia paura a rientrare da sola, gli inquilini dei palazzi a lamentarsi degli schiamazzi notturni degli spacciatori. Così come esiste una grave emergenza legata al consumo di stupefacenti tra i giovanissimi.
Domani sempre sulla Stampa uscirà l’articolo con il racconto del “viaggio” di stanotte.
Ma che fare? Quali sono le risposte? Leggi più efficaci e certezza della pena? Abbassamento dell’età punibile? Repressione? Politiche per i più giovani? Favorire un controllo del territorio sostenendo associazioni e punti di aggregazione?