Strage di Bologna. 32° Anniversario. È ora della verità.

Così come l’anno scorso, ripropongo una mia riflessione, in occasione dell’anniversario della strage di Bologna.
Il 2 agosto 1980, insieme ad alcuni amici, ero in coda per Riccione; in quella costa romagnola, che rappresentava per noi il luogo simbolo delle vacanze per eccellenza. Fermi in autostrada, non riuscivamo a capire cosa fosse successo; a quei tempi non c’erano i telefoni cellulari e con l’autoradio ascoltavamo altro. Una volta arrivati a destinazione, venimmo a conoscenza dell’accaduto; il giorno dopo avremmo potuto partecipare alla manifestazione che si svolgeva a Bologna, cui eravamo stati invitati. Ma io non vi partecipai: ed ogni volta che ci penso, me ne pento. E’ inaccettabile che ancora oggi non si sappia chi sia stato il mandante di quell’assurda strage. Quest’anno il Governo parteciperà alle commemorazioni, al contrario degli anni passati, e mi ritrovo pienamente nelle parole del nostro Presidente Napolitano: “La commemorazione non deve mai più essere un’occasione di divisione ideologica. Lo dobbiamo a loro, alle vittime innocenti della strage, ai loro famigliari, alle giovani generazioni e a noi stessi”. La strage di Bologna rappresenta uno dei più tragici fatti della storia del nostro Paese, di cui ancora non conosciamo la verità; così come per Ustica, l’Italicus, piazza della Loggia,piazza Fontana, è il momento di dire basta con il segreto di Stato; bisogna togliere ogni segreto: le Istituzioni hanno il dovere di fare luce fino in fondo. Non esiste verità che possa essere coperta da alcun segreto di Stato. Lo Stato deve garantire la verità prima di qualsiasi cosa; così facendo, si rafforza, soprattutto se dovessero essere dimostrati responsabilità o diretti coinvolgimenti di alcuni suoi “corpi” e non se ne nascondessero le verità.