Lo sport europeo sotto il nazismo in mostra al Museo diffuso della Resistenza di Torino

“Lo sport europeo sotto il nazismo. Dai Giochi olimpici di Berlino ai Giochi olimpici di Londra (1936-1948)” è il titolo della mostra che s’inaugura oggi mercoledì 6 novembre alle 11 al Museo Diffuso della Resistenza di corso Valdocco 4/A, a Torino. Attraverso lo straordinario sviluppo delle pratiche e delle culture sportive, è possibile leggere tutta la storia del XX secolo, ma, in particolar modo, i capitoli più bui di questa storia, scritti all’epoca dei Giochi olimpici di Berlino organizzati dal Terzo Reich, fino al rinnovamento olimpico abbozzato dopo la guerra con le Olimpiadi di Londra del 1948. Per i governi totalitari ed autoritari, le competizioni sportive internazionali rappresentano un’opportunità straordinaria sia per rafforzare la coesione interna dello Stato, vale a dire il senso di identità nazionale del popolo, sia per dimostrare agli altri Paesi la propria forza e la propria superiorità. Tuttavia lo sport è stato anche un potente strumento di riarmo morale e fisico per le minoranze oppresse, per i resistenti e persino per alcuni prigionieri nei campi di concentramento.
La mostra, realizzata dal Mémorial de la Shoah di Parigi e promossa dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte e dagli Assessorati regionali alla Cultura e all’Istruzione con la collaborazione del Museo diffuso della Resistenza, il patrocinio della Comunità Ebraica di Torino e il coordinamento organizzativo dell’Associazione culturale RectoVerso, racconta, attraverso filmati, fotografie, oggetti e documenti d’archivio in parte inediti diversi aspetti della storia dello sport nell’Europa degli anni Trenta e Quaranta. Ne ricostruisce il contesto storico-politico, ripercorre la biografia di una ventina di personaggi legati allo sport la cui carriera fu sconvolta dall’ascesa del nazifascismo, tra cui gli allenatori dell’Alessandria e del Novara Árpád Weisz e del Torino Ernest Erbstein e mette in evidenza i rari esempi di coraggio, disobbedienza civile e resistenza di chi, come il campione di ciclismo Gino Bartali e l’alpinista Gino Soldà, si prodigarono per salvare centinaia di perseguitati a costo della propria vita.

Sempre oggi, il Museo diffuso della Resistenza ospita alle 14 il seminario “Lo sport sotto il fascismo e il nazismo. Aggiornamenti e spunti didattici”, organizzato dall’Ufficio scolastico regionale e dal Mémorial de la Shoah e rivolto ai docenti che intendono portare i propri allievi a visitare la mostra.
Giovedì 7 alle 18.30, nella sala proiezioni del Museo, Paul Dietschy, professore di storia contemporanea all’università di Franche-Comtè, tiene una conferenza su “Il calcio a Torino sotto il fascismo” (ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili).

La mostra è visitabile fino all’8 dicembre dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 e il giovedì dalle 14 alle 22. Ingresso 5 euro (ridotto 3).
Info: http://www.museodiffusotorino.it/

sportenazismo